L’incontro, svoltosi presso la Sala Consiliare del Comune di Tartano in data 21 marzo 2010, ha visto la partecipazione di 34 persone (dati rilevati tramite il registro firme), per lo più proprietari dei terreni inclusi nel SIC, o figure legate alla realtà agricola locale.
Dall’analisi del dibattito, delle osservazioni e delle proposte verbalizzate, emerge in prima battuta un’attitudine polemica verso il generico rispetto delle regole sul territorio, spesso avvertite come “imposte dall’alto” e ostacolanti la già difficile vita in ambiente montano. La tutela della proprietà privata sembra poi esser prioritaria, tanto che mal viste sono tutte le norme che ne condizionano il godimento. Tale visione appare piuttosto radicale, soprattutto perchè esposta con forza anche dall’amministrazione comunale. Se analoghe argomentazioni emergono nel contesto territoriale del Parco, raramente esse vengono rappresentate negli stessi termini anche a livello politico, come invece qui si è rilevato. Il Parco è considerato in modo negativo, in quanto causa di vincoli aggiuntivi per il territorio e, di conseguenza, il Piano di Gestione è additato come ulteriore strumento di ostacolo al godimento della proprietà, e non come opportunità di sviluppo per il territorio. In tal senso va rilevato come anche le azioni di carattere informativo e didattico siano state lette da alcuni come un oltraggio alla comunità locale, che in tal modo deve “prendere lezioni da altri su come gestir il proprio territorio”, denotando certamente un profondo orgoglio nei confronti delle proprie origini.
Indubbiamente l’incremento delle pratiche amministrative di svincolo introdotte anche a seguito dell’istituzione del Parco ha comportato oneri aggiuntivi per la società civile, pur dovendo riconoscere che molti passi per ridurle sono stati compiuti dal Parco anche recentemente (es. Valutazione di incidenza semplificata ecc.), e la proposta di Piano di Gestione esposta è stata costruita ben considerando le esigenze evidenziate dall’amministrazione comunale già negli incontri preliminari, puntando quasi esclusivamente sull’utilizzo di forme di incentivazione a favore dei comportamenti corretti, riducendo quindi al minimo l’introduzione di divieti.
Per quanto concerne i contributi più concreti emersi in sede di assemblea, oltre alle richieste di supporto per la realtà agricola e il mantenimento degli alpeggi in quota, sintetizzate per lo più nella necessità di realizzare nuove viabilità di accesso, solo pochi interventi sono stati improntati verso il settore turistico, che secondo alcuni sembra poter trovar strada per affermarsi solo in assenza di regole e con modalità “di massa” (es. realizzazione di impianti da sci, villaggi turistici..), mentre poco diffuso è ancora il concetto di “ecoturismo” o turismo sostenibile, per il quale il territorio sembra invece maggiormente vocato.
È stato poi richiesto dall’amministrazione comunale un coinvolgimento attivo dei proprietari terrieri dell’area del SIC nella futura fase gestionale, attraverso la formazione di forme consultive periodiche, in aggiunta a quelle già introdotte dal Piano per il settore agricolo.
Il questionario distribuito alla fine dell’incontro per rilevare il gradimento circa i contenuti di Piano e raccogliere eventuali proposte aggiuntive è stato compilato solo da pochi partecipanti (5 in totale), tre dei quali hanno rilasciato pareri negativi in merito alle proposte relazionate, soprattutto in relazione alla presunta mancanza di coinvolgimento dei proprietari nelle scelte di Piano e di incentivazioni in campo agricolo e forestale.
Senza dubbio l’incontro ha fornito diversi spunti per la pianificazione, pur mettendo in evidenza un diffuso malcontento sul territorio, legato in particolare alla sensazione di incomprensione della realtà locale da parte delle amministrazioni “di pianura”, a cui si imputa la colpa di non saper gestire le difficoltà dell’abitare o lavorare in montagna, ma unicamente di infliggere regole insensate.