La serata, svoltasi presso la Locanda Belvedere (località Prestinè di Ponte in Valtellina) in data 8 marzo 2010, ha visto la partecipazione di 16 persone (dati rilevati tramite il registro firme). Sono state rappresentate principalmente le realtà agricole e amministrative del Comune di Ponte in Valtellina, mentre si è rilevata la mancanza di figure di riferimento per Castello dell’Acqua e Chiuro. Dall’analisi del dibattito, delle osservazioni e delle proposte verbalizzate, è stato confermato l’interesse e il forte legame della comunità locale al proprio territorio, sebbene la tendenza ormai in atto sia quella di un inesorabile spopolamento delle zone più marginali. Il Piano di Gestione è stato recepito con molta diffidenza da parte dei presenti, che hanno chiaramente evidenziato l’impossibilità di realizzazione delle azioni proposte senza il supporto da parte della popolazione residente, anche al fine di creare uno strumento effettivamente applicabile sul territorio e condiviso, oltre che di adeguate risorse finanziarie. E’ stata dunque sottolineata con forza la volontà di coinvolgimento da parte della comunità locale, che chiede che siano tenute in debita considerazione le esigenze legate alla vita in un ambito disagiato. Le azioni da prevedere nel Piano dovrebbero essere pertanto principalmente incentivanti, riducendo al massimo l’introduzione di limiti e divieti, approccio senz’altro utile anche per rompere la diffidenza e aumentare la collaborazione locale.
E’ emersa inoltre la problematica legata al divieto di realizzazione di nuove strade agro-silvo-pastorali in ZPS, in quanto la viabilità è ritenuta necessaria per raggiungere gli alpeggi presenti nel territorio e consentirne quindi la gestione. L’amministrazione di Ponte in Valtellina ha richiesto al Parco di farsi portavoce della questione in Regione Lombardia, presentando istanza di modifica della delibera regionale in materia.
E’ stata evidenziata anche la necessità di intervenire urgentemente nel recupero di quelle aree a pascolo ormai invase dal rododendro e dall’ontano verde, anche per favorire la conservazione della pianta del mirtillo, la cui diffusione è stata segnalata in calo dai presenti. Altri suggerimenti sono emersi per lo sviluppo di un turismo eco-compatibile, quali l’identificazione di percorsi tematici (botanici e faunistici) sul territorio. Ma anche per il mantenimento delle tradizionali colture.
Le considerazioni raccolte a fine serata tramite questionario in merito ai contenuti di Piano hanno espresso pareri positivi in merito ma hanno evidenziato la mancata individuazione della totalità delle problematiche legate nel Sito (senza aggiungere però spiegazioni in merito) e una non sempre corretta trattazione dei bisogni dei residenti.
Senza dubbio l’incontro ha fornito diversi spunti per la pianificazione, ma ha messo soprattutto in evidenza un diffuso malcontento sul territorio, legato in particolare alla sensazione di abbandono da parte della classe politica e di totale incomprensione delle reali difficoltà dell’abitare in montagna d parte di chi vive in contesti differenti e più agiati. La vita in ambiente rurale appare agli abitanti di queste frazioni montane come una sfida, spesso appesantita da normative e vincolistiche elaborate in contesti di pianura e non valorizzata nemmeno dalle amministrazioni locali, che appaiono distanti e incapaci di risolvere le problematiche del territorio.